Dresda razzista? La manifestazione contro “l’islamizzazione dell’Ovest”

Il 16 dicembre a Dresda quasi 15.000 persone hanno preso parte a una manifestazione contro “l’islamizzazione della Germania”. Che la manifestazione si sia tenuta proprio a Dresda non è un caso: qui nasce, infatti, il movimento degli “Europei Patriottici contro l’islamizzazione dell’Ovest“, che già alcuni mesi fa ha organizzato un raduno con un’affluenza non indifferente.

Fra i partecipanti alla manifestazione si contano soprattutto persone di mezza età e oltre, cioè la fascia di popolazione toccata dai problemi relativi alle pensioni, e quella con figli a carico. Un uomo e una donna intervistato dalla BBC hanno affermato che “le pensioni sono minime e bisogna anche pagare per loro – gli immigrati e i richiedenti asilo – senza che nessuno ce l’abbia chiesto”. Hanno poi aggiunto “non siamo nazisti, nè razzisti, abbiamo solo paura per il nostro Paese e per i nostri figli e nipoti“.
A marzo i manifestanti inneggiavano con il motto “Wir sind das Volk” (Noi siamo il popolo), lo stesso che riecheggiava lungo le strade di Berlino poche settimane prima della caduta del Muro di Berlino, 25 anni fa.

Moltissimi manifestanti si stanno organizzando in queste ore per l’organizzazione di diverse “contro-manifestazioni” a favore della tolleranza, cooperazione internazionale e apertura ai richiedenti asilo.

La Merkel invita alla moderazione: “In Germania c’è libertà di associazione, ma questo non significa poter dare voce all’intolleranza e alle bugie contro gli uomini e le donne che arrivano qui, da altri paesi”. Il Ministro della Giustizia definisce la manifestazione una “disgrazia”, ma l’AfD (Alternativ für Deutschland) simpatizza per i manifestanti. Il leader Bernd Lucke, a favore di una politica immigratoria più dura e dell’uscita dall’Euro, sostiene che le loro richieste sono “legittime”.

I media tedeschi riportano che il PEGIDA (sigla tedesca per “Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Ovest”) è stato creato su Facebook da Lutz Bachmann, 41 anni, uno chef diventato graphic designer. L’uomo insiste a dire di non essere razzista, seppur abbia ammesso che in passato abbia avuto condanne penali, inclusa una per spaccio di droga, e un periodo di due anni in carcere.

La leader dell’AfD a Dresda, Frauke Petry, sostiene che il movimento stia protestando contro l’inadeguata legislazione dei diritti sull’asilo politico, contro l’estremismo religioso, e che stiano chiedendo che la legge tedesca venga applicata contro i “fuori legge”. Contrariamente, il centro sinistra SPD chiama il PEGIDA dei “nazisti gessati”.

Nell’ultimo anno, in seguito agli avvenimenti in Isreale, Palestina e Siria, la Germania è diventata il paese europeo con il più importante flusso di immigranti e richiedenti asilo politico.
A lungo trattata, questa nuova condizione è diventata centrale nel dibattito politico, spaccando in due l’opinione pubblica, che da una parte dà voce alla necessità di tolleranza e apertura, dall’altra esige invece un maggior controllo dei flussi migratori e un equilibrio nelle spese che questi comportano.