È morta la figlia di Himmler: mai pentita, era un mito dei neonazisti. La sua storia

È morta Gudrun Burwitz, la figlia del famigerato capo e fondatore delle SS, Heinrich Himmler.

Gudrun Burwitz, un nome come un altro, ma dietro il quale si cela un’anima spietata. Come quella del padre d’altronde. Gudrun era infatti la figlia del gerarca nazista Heinrich Himmler, ed aveva un carattere così feroce da fregiarsi del titolo di “principessa del nazismo”. È morta il 24 maggio a Monaco di Baviera all’età di ottantotto anni. Gudrun Burwitz non ha mai rinunciato a sostenere l’ideologia nazista e spesso è apparsa in incontri dove ha cercato di mettere suo padre in buona luce. “Mio padre non ha colpe” è quello che diceva spesso durante le interviste.

Chi era Gudrun Burwitz

Gudrun Burwitz nasce nel 1929 a Monaco di Baviera e vive un’infanzia privilegiata. La mamma è Margarete Boden, il padre è invece Heinrich Himmler, lo spietato Ministro dell’Interno del terzo Reich, nonché capo e fondatore delle SS. È lui l’artefice della “soluzione finale” e il responsabile della morte di milioni di ebrei nei campi di concentramento. Ma quest’uomo spietato, considerato da tutti “l’anima nera del Reich”, ha un’unica debolezza: la figlia Gudrun. I due infatti sono molto legati, si chiamano con nomignoli sdolcinati e spesso la bambina assiste il padre nei suoi discorsi ufficiali. All’età di dodici anni visita insieme al padre il campo di concentramento di Dachau. Da questa esperienza scriverà sul suo diario: “Oggi siamo andati al campo di concentramento di Dachau dove abbiamo visto tutto quello che c’era da vedere. Abbiamo visto come lavoravano il terreno, gli alberi di peri e alcuni disegni dei prigionieri. È stato meraviglioso”.

La vita di Gudrun dopo il suicidio del padre

Alla fine della Seconda guerra mondiale, esattamente il 23 Maggio del 1945, Heinrich Himmler si suicida assumendo del cianuro nell’ufficio del sergente inglese Edwin Austin. Nello stesso momento Gudrun e la madre Margarete scappano in Italia per fuggire all’arresto degli Alleati a Selva di Val Gardena, nell’Alto Adige. Verranno però rintracciate dagli americani nei pressi di Bolzano e rinchiuse in un centro di detenzione. In merito alla morte del padre, Gudrun non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, anzi, ha sostenuto fino alle fine che il padre fosse stato assassinato dagli inglesi. Prende parte al processo di Norimberga insieme alla madre nel 1946 e dopo essere stata liberata, si trasferisce a Monaco di Baviera. Negli anni Cinquanta lavora, sotto falso nome, come segretaria nella Repubblica Federale Tedesca. Sempre negli anni Cinquanta sposa lo scrittore neonazista Wulf Dieter Burwitz.

Stille Hilfe, l’organizzazione che tutela i nazisti

Nel 1951 inizia a dirigere Stille Hilfe (in italiano “aiuto silenzioso”), un’organizzazione di cui diventa ben presto un colonna portante. L’organizzazione sostiene ex criminali nazisti, procurando loro un rifugio e pagando le spese legali. Gundun aiuta criminali quali: Adolf Eichmann, Joseph Mengele, Erik Priebke e Klaus Barbie. La Stille Hilfe è la più grande organizzazione di estrema destra in Germania ma, per fortuna, sta perdendo seguito.

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Foto di copertina: Screenshot da Youtube