Come trovare l’estetista dei sogni nella giungla dei centri di bellezza di Berlino

“È arrivato il tuo momento: sei una signorina ormai!”. Più o meno queste furono le delicate parole che mia madre utilizzò per introdurmi ad un mondo che di delicato non ha nulla: i centri estetici. Tranquille, vi risparmierò i dettagli, tuttavia non mi asterrò dall’esporre il mio personalissimo punto di vista in merito a questo tema.
Insomma, diciotto anni di appuntamenti regolari, scontrini più o meno rimasti negli annales, decine di “angeli del lettino” conosciuti, svariate prove che hanno messo a dura prova la mia soglia del dolore e una variegata serie di trattamenti mi autorizzano eccome, a scrivere un simile pezzo.

Quando mi sono trasferita qui mi sono sentita esattamente come davanti ad un menu-antologia che offre decine di pizze differenti: non so mai quale scegliere e alla fine ordino una triste margherita. Infatti, se cercare uno spuntino nell’Hauptstadt – la capitale tedesca – equivale a fare il giro del mondo in ottanta metri, più o meno lo stesso accade quando si è alla ricerca di un centro estetico. I mondi in questione hanno sempre le stesse bandiere e risultano essere: Brasile (che detiene un apparente monopolio), Ucraina, Vietnam, Tailandia e Cina. E la nostra amata Italia? L’ultima volta che mi sono imbattuta in uno dei rarissimi Beauty Salons italiani mi sono sentita ad un passo dal paradiso, salvo essere catapultata sulla terra dopo aver letto il listino prezzi. Anche in questo caso, un angolo del nostro Paese in Germania è sinonimo di qualità e, di conseguenza, di lusso.

Quindi dopo aver, nell’ordine: trovato casa (impresa che sfugge ad ogni umana descrizione), traslocato, essersi sentite sull’orlo del baratro a causa dell’assenza di un bidet nel proprio nuovo bagno, aver gioito in modo incontrollato alla scoperta di paradisi in terra e veri templi dei prodotti di bellezza come DM e Rossmann, essersi imbattute nella magica abbreviazione KK (termine che letteralmente significa “cassa malattia”, il cui suono in tedesco non è dei migliori: si pronuncia kaka) ed essersi iscritte ad una Volkshochschule, ecco il quesito amletico: “Estetista o non estetista? E se sì, quale?” L’offerta della capitale è elevata, infatti sembra che la città sia la roccaforte tedesca di un numero infinito di universi per la cura del corpo.

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Quindi, direte voi, come si può trovare l’estetista dei sogni a Berlino?

“I sogni son de-si-de-ri” cantava Cenerentola. E non c’è niente di più vero, aggiungo io.
Incontrare una professionista che possa essere brava secondo i nostri canoni, ovvero le nostre esperienze in Italia, è un’impresa ardua. Requisiti indispensabili sono: pazienza, determinazione e fortuna. Eh sì care donne, perché non troverete da un giorno all’altro una professionista che possa anche solo lontanamente essere paragonata alla vostra adorata estetista italiana, alla quale avete giurato fedeltà come ad un marito sull’altare. Lo so, è pura crudeltà, non avrei dovuto ricordarvela.

1 – Evitate i centri estetici collocati in aree ad alta densità turistica.
Il posizionamento strategico e la cornice di antichi ed eleganti edifici berlinesi sono uno specchio per le allodole. Relativamente più cari ed affollati data la presenza di numerose turiste, rappresentano per queste ultime un’ancora di salvezza; per le berlinesi d’adozione sono invece luoghi asettici in cui si viene considerate semplicemente un nome scritto su un’ interminabile lista. La qualità dei servizi offerti non è sempre delle migliori e, elemento non secondario, l’atmosfera è piuttosto fredda. Se le meno assidue frequentatrici di questi luoghi provano  imbarazzo, le “veterane” invece li abbandonano con una certa disapprovazione, in quanto abituate a standard che prevedono una diversa concezione del rapporto con la cliente. Poco importa quindi se all’ingresso vi offrono acqua con foglie di menta. Quelle le trovate anche al supermercato Edeka.

2 – Non disperate se non parlate tedesco: siamo italiane, a gesti ci facciamo capire anche a Ushuaia, non sarà certo questo idioma a fermarvi! Conoscerlo è un’ancora di salvezza ma prima che il miracolo si compia, la comunicazione non verbale vi verrà in soccorso quando avrete bisogno di prendere un appuntamento. A proposito, mi raccomando: prenotate di persona, se non volete rischiare sorprese in seguito ad una conversazione telefonica durante la quale, in preda al panico, saprete dire solo il vostro nome.

3 – Se siete amiche di ragazze che parlano tedesco, usatele. Le amiche, appunto, si riconoscono nel momento del bisogno. Lasciatevi consigliare e indirizzare, meglio poi se saranno loro stesse ad occuparsi di tutto. Ve lo dice una persona che si offre puntualmente come segretaria di chiunque, anche di ragazze che non ho mai incontrato in vita mia, per cerette, manicure, pedicure e via dicendo. Ovviamente non ho dimenticato la vastissima gamma che caratterizza l’offerta di trattamenti estetici, però siamo sincere: considerati i prezzi proibitivi, sono in poche a potersi permettere la ricostruzione in gel (qui mi verrebbe da dire solo: per fortuna!), il massaggio a quattro mani da novanta minuti o quello con le pietre calde, quindi suggerirei di concentrarci sulle urgenze.

4 – Tra Maggio e Agosto i centri di bellezza e benessere vengono presi d’assalto poiché tantissime venusiane si arrendono all’evidenza: “das Leben ist hart” (la vita è dura) e, se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire. Che deprecabile visione dell’universo femminile, penseranno alcune! Ebbene sì, sono una persona mediocre e non solo, evidentemente anche l’unica al mondo a considerare una ceretta all’inguine qualcosa di sacrosanto. Difatti ottenere un appuntamento vi risulterà più complicato che imbattervi in un autobus a Rossano Calabro o, per par condicio, a Bariana di Garbagnate Milanese il giorno di Ferragosto. Il segreto quindi è uno solo: prenotare con largo anticipo, anche se ciò spesso non è comodo in quanto determinati servizi vengono richiesti solo in vista di particolari avvenimenti. No, non mi riferisco all’apocalisse e voi, donne, lo sapete bene. In ogni caso ricordate: sperare in una disdetta dell’ultimo momento è un’opzione molto rischiosa ed equivale ad abbracciare una pura utopia.

5 – A Berlino la clientela femminile ha dei rivali da non sottovalutare: gli uomini. Poco importa se nel loro intimo essi si sentano tali o meno. Di certo hanno più peli di noi e si faranno venire la sadica idea di depilarsi petto, schiena e gambe (per non dire altro) proprio quando il ragazzo tedesco che da mesi stalkate vi inviterà finalmente a casa sua. Ecco uno degli avvenimenti, ad esempio.

6 – Avere amiche divertenti aiuta. Che cosa intendo? Prendete una cucina, un coinquilino e un orario poco consono e il gioco è fatto. Da un lato, il povero malcapitato in preda allo shock per la scena alla quale deve assistere, dall’altro la sua Mitbewohnerin. Quest’ultima, intenta a cimentarsi in numeri da abile contorsionista sul tavolo, con la sua fedele amica estetista-per-un-giorno e, sulle gambe, litri di cera così tiepida da fare ustionare anche una salsiccia grigliata. Chi non abbozzerebbe un sorriso a seguito di un simile racconto, nonostante si sia appena sentita dire che il prossimo appuntamento disponibile è tra qualche settimana?

7 – I servizi di manicure/pedicure express cinesi: in particolare nei centri commerciali spopolano, ma voi evitateli. Purtroppo ammetto di essere caduta nella trappola, anche se solo per disperazione, e sono rimasta parecchio sconcertata. Spesso le condizioni igieniche sono pessime e, nello specifico, l’uso di attrezzi sterilizzati è solo un miraggio. Ciliegina sulla torta, la persona che coccolerà le vostre mani o piedi sarà parecchio nervosa, dato che dopo di voi avrà una fila di clienti che arriva fino all’ingresso del negozio di calzature Deichmann al piano terra di una delle numerosissime cattedrali di consumo berlinesi. Inoltre non sorprendetevi se inizieranno a discutere animatamente a seguito di un vostro timido: “Mi scusi, potrebbe togliermi lo smalto dall’intera falange?” Vi staranno maledicendo. In cinese.

Considerata la vasta offerta, io consiglio di suddividere i trattamenti per tipologia. Ad esempio, c’è la frizzante ragazza di Belo Horizonte (che io mi ostino a chiamare così ma ormai ha cinquant’anni) che vi offrirà una ceretta doc. Conditiones sine qua non: la vostra percezione della temperatura è diversa da quella dei comuni mortali, non siete avverse alla ricrescita di peli incarniti e dovrete essere in grado di convincerla del fatto che no, non volete girare un film (hard). A questa si aggiunge poi la simpatica e materna signora vietnamita desiderosa di farvi la più bella Manicüle della città ad un prezzo competitivo e poi, il meglio del meglio, l’esperta ucraina: il top per gli eventi importanti. Attenzione però al colore dello smalto che lei vi consiglierà in modo accorato e soprattutto evitate la parola “cerimonia” se non volete ritrovarvi a fare concorrenza al tanto celebrato e famoso Ampelmann. Lui è (parte di) un semaforo. Voi no.

“Erwischt!” – si direbbe qui, insomma, mi avete scoperta! Sto infatti parlando delle mie fantastiche estetiste. Che cos’altro aggiungere, quindi? Non mi resta che lasciarvi con l’augurio di imbattervi in tali esperte (ma non quando toccherà a me prenotare un appuntamento, sia chiaro), e la speranza che queste mie righe vi abbiano aiutato a prendere un po’ più alla leggera un tema così intimo e peloso per molte di noi. Ops, volevo dire spinoso.

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La foto dell’articolo è © Mariela de Marchi Moyano CC BY SA 2.0