Germania, niente più rifugiati da Algeria, Marocco e Tunisia

Ottenere l’asilo politico in Germania sarà più difficile per marocchini, algerini e tunisini. I deputati tedeschi hanno approvato l’Asylpaket II, un progetto di legge che limiterà drasticamente il numero di coloro che hanno accesso al diritto d’asilo. La proposta ha ottenuto una larga maggioranza: 429 voti a favore, 147 contrari e 4 astenuti, come riportato da Die Zeit.

Paesi sicuri? I tre Paesi del Maghreb, Algeria, Marocco e Tunisia, verranno aggiunti alla lista dei «Paesi sicuri», proprio per limitare gli arrivi da quell’area, molto frequenti in Germania. Una decisione che giunge, non a caso, dopo le violenze di Colonia dello scorso Capodanno, che hanno visto un’alta percentuale di aggressori provenienti da Algeria e Marocco. Definire «sicuri» questi Paesi significa rendere quasi impossibile l’accesso al diritto d’asilo per i maghrebini, poiché una tale indicizzazione implica la possibilità di vivervi in tranquillità, senza guerre né violenze. Solo chi riuscirà a dimostrare di essere personalmente perseguitato potrà ancora ottenere il diritto di asilo. Si tratta di un procedimento che è già stato adottato lo scorso anno per alcuni Paesi dell’area balcanica. Secondo il Ministro degli Interni De Maizière, la disposizione ha permesso di ridurre sensibilmente il numero di migranti in arrivo in Germania.

Ridurre il numero dei migranti. Anche per i rifugiati provenienti da altre regioni del mondo dichiarate sicure la situazione in Germania non sarà rosea. Il testo di legge adottato dal Parlamento prevede un esame estremamente rapido delle domande d’asilo: in pochi giorni, al massimo due settimane, la sorte del richiedente deve essere decisa. I migranti che non possono restare verranno rapidamente espulsi. L’obiettivo è ridurre il numero di rifugiati senza dover chiudere le frontiere. La mancanza di un coordinamento da parte dell’Unione Europea per far fronte all’«emergenza rifugiati» ha pesato sulle decisioni della Merkel, che ha agito facendo sì che delle misure restrittive venissero messe ai voti. Tra i provvedimenti ci sono la limitazione della possibilità di ricongiungere il proprio nucleo familiare, l’accesso negato a chi ha precedenti penali e un generale acceleramento delle procedure di espulsione. Una politica di accoglienza che va facendosi sempre meno generalizzata. «Si tratta di un’emergenza. Limitare il numero degli arrivi rispetto ai mesi passati è necessario, se si vogliono rispettare le possibilità del Paese», ha affermato la deputata CSU Andrea Lindholz.

L’opposizione. La decisione ha ricevuto un’accoglienza fredda da parte degli esponenti dell’opposizione e da parte delle associazioni di aiuto ai rifugiati. Anche una trentina di deputati SPD, Sozialdemokratische Partei Deutschlands, hanno votato contro, pur essendo membri della coalizione di governo della Merkel.

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