Gli Aerosmith all’O2 Arena di Berlino. Le foto

Gli Aerosmith all’O2 Arena di Berlino. Succedeva il 9 giugno scorso. Come spesso accade in occasioni come queste, gli aspetti piacevoli non si riducono alle sole due ore effettive di spettacolo, ma coinvolgono i momenti precedenti all’evento – l’attesa frenetica, le aspettative – e quelli successivi: la gioia, la delusione e i ricordi, che prenderanno immediatamente forma. Il biglietto (rigorosamente “parterre non numerato”) è al sicuro nella mia tasca fin dal mattino, ma questa volta l’impazienza di assistere al concerto si scontra con la voglia di gironzolare il più a lungo possibile per la città, per cui evito di presentarmi all’Arena con il solito fantozziano anticipo e arrivo meno di un’ora prima dell’inizio.

Non mi ero mai presentato così tardi (anzi, così poco presto) a nessun concerto; mi rassegno a trascorrerlo nelle retrovie, confidando nei maxischermi e in una buona acustica. Entro e mi trovo davanti a una scena insolita; in un’atmosfera già scaldata dai ragazzi del gruppo spalla, il parterre già pieno ma non straripante, ancora qualche piccola macchia di posti vuoti sulle tribune, realizzo, con grande stupore, di poter avanzare fin quasi sotto il palco chiedendo semplicemente “permesso”.

Come fossi in metro e dovessi scendere, o come quando al supermercato qualcuno blocca il passaggio con il carrello. Altro che le solite barricate a cui ero abituato ai concerti. A colpi di “Entschuldigung-Danke” mi apro un varco tra omoni giganti e glabri, gruppi solo in apparenza compatti di ragazzine, vecchie glorie hippie e folkroristici settantenni vestiti come Steven Tyler fino ad arrivare a pochi centimetri dal vero Steven, che intanto ha cominciato a cantare. In qualsiasi altro luogo d’Europa non avrei mai potuto scalare posizioni in questo modo,sarei stato miseramente rimbalzato da tutti, gelosi della loro posizione faticosamente conquistata e da difendere a tutti i costi. Ma in Germania, a Berlino, la Gemütlichkeit è davvero uno stile di vita; che si tratti della coda all’ufficio postale o di un concerto rock, ogni occasione è buona per essere squisitamente tedeschi.

 

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