Il colorato, divertente ed irresistibile Carnevale di Colonia

Possibile che non si trovi un modo di festeggiare come si deve il Carnevale a Berlino? Sembra che gli unici berlinesi a celebrarlo siano fornai e pasticceri, che addobbano le vetrine di stelle filanti e di pagliacci cartonati anni ’90 e che offrono Pfannkuchen ripieni di ogni sorta di marmellata a prezzi da televendita. Ma a parte questo segno tangibile che anche nella capitale tedesca il Carnevale si conosca, avete mai visto altre manifestazioni di gioia, mascheramento ed entusiasmo? Io sinceramente no. Adoro travestirmi, ma pare proprio che qui nella protestante capitale tedesca non ci sia modo di sbizzarrirsi. Il proposito di ovviare a questa mancanza si fa sempre più presente nella mia testa. Già l’anno scorso volevo farlo ma poi ho desistito per mancanza di coraggio. Non è stata una decisione avventata la mia, come avete capito, ma ho avuto moliti dubbi e perplessità. Sicuramente sarà dura, anche economicamente, ho pensato, ma alla fine mi sono decisa: in nome del Carnevale abbandono Berlino, la mia adorata città. Dai, dopotutto si può fare, sarà solo per pochi giorni!

Eccomi quindi approdare a Colonia, o Kölle, come la chiamano i suoi orgogliosi cittadini, e finalmente ho modo di vedere cosa fanno i tedeschi per festeggiare il Carnevale. C’era da immaginaselo, ovviamente bevono! Litri e litri di birra si vedono sotto ogni forma per le strade della città: i famosi bicchierini di kölsch da 0,2 l o casse intere di bottiglie, mini-damigiane da trasportare comodamente sotto il braccio o pratiche borracce da attaccare al collo. Il rischio che si tramuti tutto nell’ennesima tamarrata stile Oktoberfest sembra ormai certezza. Mi pento di non aver dato ascolto agli avvertimenti dei miei amici tedeschi, che ovviamente non parlavano a sproposito, ma che sapientemente si erano informati quando la loro piccola amica italiana, spensierata e sprovveduta, aveva annunciato l’intenzione di andare a festeggiare a Colonia.

Non può essere tutto qui! Il Carnevale più famoso di tutta la Germania non può essere solo una piazza del duomo infestata di ubriaconi vestiti dei più insulsi costumi made in china e di ragazzotte con le minigonne ascellari. In soccorso arrivano gli amici nativi, coloro che avvezzi da anni a questo genere di cose sanno dove andare, o meglio, sanno dove non andare: cioè in centro. Basta spostarsi di pochi chilometri per trovare invece l’anima del carnevale che attendevo pazza, gioiosa, rumorosa, colorata e, su tutto, fantasiosa.

Quello che meraviglia è infatti l’impegno delle persone di tutte le età nell’inventarsi vestiti originali ed unici. A volte i costumi sono semplici di fabbricazione, ma “concettualmente elevati” come nel caso della ragazza con due mani giganti da scimmione intorno alla vita, ossia l’innamorata di King Kong, per dirne una, un genio! In altri casi invece spicca la lavorazione dei vestiti, del trucco e delle acconciature in cui niente è lasciato al caso, ma tutto è studiato fino al più piccolo dettaglio. La scusa per attaccare bottone con tutti indistintamente è appunto un commento sul vestito, ma poi la conversazione può continuare per ore con i tuoi amici e gli amici dello sconosciuto o dell asconosciuta che a loro volte cominciano nuove intersecate conversazioni.

Si festeggia in strada tra sfilate a tutte le ore e gruppi di suonatori di tamburi, ma soprattutto nei bar dove è più caldo, dove le scorte di birra sono infinite (anche per il Carnevale alternativo la birra la fa da padrona) e dove, ad animare gli animi, c’è la musica. E non parlo di normale musica, ma si balla esclusivamente al suono delle canzoni tipiche di Carnevale. I più vecchi motivi sono ancora in stretto dialetto di Colonia (che è una cosa incomprensibile), mentre le più recenti canzoni sono in tedesco perchè ormai l’evento richiama cittadini da tutta la Germania che esigono di poter accompagnare, calici in mano, le canzoni ondeggiando (si denominano infatti “schunkeln lieder”, canzoni da ondeggiare). I cori si alzano sulla musica fino a raggiungere picchi assoluti per la hit del momento: ogni anno infatti escono nuove canzoni, ma lo scettro spetta solo ad una. Che poi si assomigliano tutte! Si rischia di sentire le stesse canzoni almeno per 12 volte in una stessa serata, ma in un modo o nell’altro, nella sua assurdità, diventa divertente anche questo e alla fine si riesce anche a canticchiarle senza averle mai sentite prima di quel giorno.

Dal giovedì grasso al mercoledì delle ceneri sono sei giorni di pura festa. Per la prima volta mi sono accontentata di tre giorni di baldoria con pausa al venerdì perchè il giovedì può essere veramente distruttivo, ma chissà se la prossima volta non me la senta di proseguire fino all’ultimo giorno. Ora che so già muovermi per la cittá. Kölle Alaaf!