La Germania mette alla berlina oli spazzatura. Tra di loro molti dal nome (e non solo) italiano

Sapore rancido e contaminazione da oli minerali. 10 oli extravergine d’oliva in vendita nei supermercati e discount tedeschi sono stati etichettati come scadenti da Stiftung Warentest, fondazione tedesca per i consumatori.

Già a gennaio 2016 le ricerche della fondazione avevano portato a un verdetto allarmante: «Un olio extravergine su due è scadente» dichiarava due anno fa Stiftung Warentest. Come riporta Berliner Zeitung, anche quest’anno gli studi della fondazione hanno confermato la scarsa qualità degli oli extravergine di oliva in vendita sul mercato tedesco. Pare addirittura che alcuni di questi oli non dovrebbero nemmeno riportare la dicitura “extravergine”.

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I 24 oli presi in esame

La fondazione ha preso in esame 24 diversi oli extravergine d’oliva in vendita a un prezzo compreso tra 5,05 € e 14,70 € al litro. Tra questi ci sono sia marchi italiani sia marchi tedeschi, di cui alcuni con un nome pseudo-italiano: Carapelli Bio (italiano), Carapelli Nobile (italiano), Natives Olivenöl extra di Kaiser’s (tedesco), Norma (tedesco), Penny (tedesco), Real (tedesco), „Ja!“ del gruppo Rewe (tedesco), Pietro Coricelli Biologico Bio (italiano), Sol d’Olio (italiano), Kunella Feinkost Italienischer Art (tedesco), Gut Bio di Aldi Nord (tedesco), Primadonna di Lidl (tedesco) e Vegola di Netto (tedesco). Si tratta di prodotti ottenuti con miscele di oli di varia provenienza. Le norme dell’Unione Europea riguardanti la classe di oli “extravergine” impongono ai prodotti in questione il rispetto di numerosi parametri, tra cui l’assenza di difetti di sapore e colore. 10 dei 24 oli presi in esame quest’anno da Stiftung Warentest presentano invece un sapore rancido, che imporrebbe perlomeno un declassamento alla categoria “nativ”, di livello inferiore.

Nessun olio “buono”

Ma nemmeno gli oli promossi all’esame hanno pienamente convinto la fondazione. «Note amare, aspre e fruttate decisamente scarse e individualità assente» recita il verdetto. Nessuno degli oli testati è stato etichettato come “buono”: 9 “soddisfacenti” e 3 “sufficienti”. In tutti i prodotti sono stati riscontrati residui di oli minerali e la maggior parte riporta etichettature errate. Sebbene non sussista alcun pericolo concreto legato all’assunzione dei prodotti esaminati, la contaminazione da oli minerali è rischiosa in quanto attraverso il cibo i fattori nocivi possono accumularsi nell’organismo. Gli oli che hanno ottenuto la valutazione migliore sono, a sorpresa, quelli da discount: in particolare Gut Bio di Aldi Nord, Primadonna di Lidl e Vegola di Netto.

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Foto di copertina © stevepb CC0 1.0