La Komische Oper di Berlino omaggia Hoffmann con una nuova bellissima messa in scena dei suoi racconti

E.T.A. Hoffmann è stato uno dei più grandi scrittori e compositori tedeschi del Romanticismo. I suoi racconti fantastici e vagamente tendenti all’horror hanno influenzato Edgar Allan Poe e in generale la cultura e letteratura europea fino a oggi, tanto che persino Freud lo ha citato in uno dei suoi saggi. Affascinato da questi racconti il compositore Jacques Offenbach decise di sceglierne tre per scrivere una grande opera lirica che vide la prima purtroppo solo dopo la sua morte, a Parigi nel 1881. Di recente – la premiere è stata lo scorso 2 ottobre – la Komische Oper di Berlino le ha ridato vita con una nuova bellissima messa in scena a cura del regista Barrie Kosky. Ma andiamo con ordine.

I racconti di E.T.A. Hoffmann. Come mostrata già nel suo romanzo Gli elisir del diavolo, Hoffmann era un autore fortemente attratto dai fenomeni allucinatori e occulti. È nei racconti però, come forma letteraria frammentaria dove personaggi misteriosi possono comparire all’improvviso e alcuni passaggi o il finale rimanere poco chiari, che riesce ad esprimere al meglio il suo gusto per il fantastico, che si introduce nella vita dei protagonisti con assoluta normalità e ciò che è normale finisce invece per diventare grottesco. I temi si affacciano poi verso la modernità e rimarranno a lungo nell’immaginario collettivo: quello dell’automa ad esempio, come quello dei traumi infantili che ci perseguitano fin da adulti, entrambi contenuti nel racconto L’uomo della sabbia, che non a caso interessò tanto a Freud. Pubblicati in vari momenti e tantissime raccolte, Hoffmann ha scritto racconti per tutta la vita.

L’opera di Offenbach. Offenbach, compositore tedesco naturalizzato francese già dedito al genere dell’operetta, decise di sfruttare il potenziale di Hoffmann creando un’opera a partire da tre dei suoi racconti, chiamandola appunto Les contes d’Hoffmann. Per legarli però decise, insieme agli autori Barbier e Carré, di inserire lo stesso scrittore Hoffmann nell’opera, sia facendolo diventare protagonista dei racconti, sia affidando a lui la cornice di livello narrativo superiore. È lo scrittore infatti, che dopo essersi innamorato di una cantante che interpreta un personaggio nel Don Giovanni di Mozart rappresentato a Norimberga, racconta in un’osteria la storia di tre donne di cui è stato innamorato: prima Olympia, l’automa de L’uomo della sabbia, poi Antonia, la cantante che cantò fino a morire, e infine Giulietta, la cortigiana che gli ruberà il riflesso del volto. I tre atti centrali dell’opera portano infatti il nome di queste tre donne, mentre il primo e l’ultimo hanno funzione di cornice. La ricchezza della trama è sublimata dalla bellissima musica di Offenbach, motivo per cui l’opera è stata molto apprezzata e spesso riportata in scena.

La messa in scena della Komische Oper Berlin. “Le possibilità infinite che offre quest’opera grazie al tanto materiale la rendono davvero unica. Questa ricchezza di Offenbach della quale per forza bisogna fare una scelta e questo continuo andare in qua in là dell’opera li trovo stupendi. Per alcuni registi potrebbe essere un incubo, io invece lo adoro. Bisogna sviluppare il materiale in modo forte, emozionale e coerente, mantenendo però le strutture esistenti. Ogni nuova messa in scena di Les contes d’Hoffmann è un nuovo viaggio a sé nell’Incerto.” Così si esprime il regista Kosky, che per il suo viaggio nell’incerto ha scelto alcune soluzioni di profonda fedeltà a Offenbach e alcune in cui se ne allontana. Per esempio ha deciso di far cantare la parte principale dei primi due atti ad un baritono, soluzione scelta da Offenbach che nessuno aveva mai mantenuto. In compenso inserisce dei brani in tedesco recitate dall’Hoffmann adulto che lo rendono più simile ad un moderno artista in crisi alla ricerca di se stesso. La scenografia piuttosto minimalista, sui toni del grigio, ruota intorno a un enorme piano mobile inclinabile, simbolo forse dell’instabilità dell’Io del protagonista come dell’assurdità degli avvenimenti raccontati. I costumi sono semplici e in gran parte moderni, con esclusione dell’ultimo elaborato abito indossato dalla cortigiana Giulietta. Tra gli interpreti spicca il soprano Nicole Chevalier, che prende in ogni atto la parte della protagonista femminile attuando un’incredibile trasformazione tra l’automa scattoso e a tratti mal funzionante Olympia, la pudica Antonia, e l’avvenente e provocante Giulietta. Per lei si sprecano gli applausi così come per l’opera nella sua totalità: la messa in scena di Kosky risulta riuscita a tutti gli effetti e merita senz’altro di essere vista.

Jacques Offenbach Les Contes d'Hoffmann Opéra fantastique in fünf Akten [1881] | In französischer/deutscher Sprache Musikalische Leitung: Stefan Blunier, Daniel Huppert Inszenierung: Barrie Kosky Bühnenbild und Kostüme: Katrin Lea Tag Dramaturgie: Ulrich Lenz Chöre: David Cavelius Licht: Diego Leetz Auf dem Bild Uwe Schönbeck (Hoffmann 1) Foto: Monika Rittershaus Veröffentlichung bei Nennung des Fotografen für Ankündigungen und redaktionelle Berichterstattung über die Produktion an der Komischen Oper Berlin honorarfrei. Reproductions for editorial purposes and program announcements covering the production at the Komische Oper Berlin are free of charge, if the photographer is fully credited. Bitte ein Belegexemplar an/ Please send a copy to: Komische Oper Berlin Pressestelle Behrenstr. 55-57 10117 Berlin presse@komische-oper-berlin.de

Foto © Monika Rittershaus

Jacques Offenbach – Les Contes d’Hoffmann

Opera fantastica in cinque atti
In tedesco e francese. Sottotitoli in tedesco, inglese, francese e turco (come per tutti gli spettacoli della Komische Oper)

Komische Oper Berlin

Behrenstraße 55-57, 10117 Berlin

Prossimi appuntamenti:

Domenica 18 ottobre
Domenica 25 ottobre
Sabato 7 novembre
Venerdì 27 novembre
Venerdì 25 dicembre

I biglietti (12-82 euro) si possono acquistare sul sito della Komische Oper qui.

Foto copertina © Monika Rittershaus