Le libertà negate da Berlino 1961 a Parigi 2015 #JeSuisCharlie

Ogni tanto, per andare al lavoro, scendo dalla metro una fermata prima per percorrere un pezzo a piedi. Lo faccio perché il mio ufficio si trova nell’ex Berlino Est, in una via laterale appena oltre Checkpoint Charlie. Sono passati 25 anni dalla caduta del muro, eppure mentre cammino provo ad immaginarmi quel tratto di strada ed i suoi abitanti come se tornassi indietro nel tempo, all’epoca della DDR. Ecco altri abiti, altri colori, ecco soldati russi con il fucile in mano che controllano i miei documenti mentre ufficiali della Stasi mi scrutano segretamente da qualche parte intorno a me. Poi entro in azienda, l’immagine si dissolve e torna il presente.

Questa mattina, dopo l’orribile attentato al settimanale francese Charlie Hebdo, mi è venuto spontaneo ripetere questo rituale. Fare un salto nella storia, rimembrare i momenti bui, mi aiuta ad apprezzare maggiormente le conquiste, in termini di libertà e diritti, che l’uomo è riuscito ad ottenere nel corso degli anni. La natura stessa delle cose però ci insegna che ci sarà sempre un male contro cui combattere, un cancro da estirpare, una battaglia da vincere. Oggi, anche prima dell’attentato parigino, per il mondo occidentale la minaccia percepita come più grande è quella del terrorismo islamico. L’errore in cui rischiamo di incappare è quello di allargare la mira e pensare che il nostro nemico sia l’Islam e tutta la religione musulmana.

La fortuna di poter vivere, in una città come Berlino, a contatto con centinaia di razze diverse e con religioni e ideologie differenti insegna come non esistano credi sbagliati o etnie pericolose. Esistono invece i fanatici. Esistono i violenti. Esistono persone facilmente influenzabili. Come scritto già da Mauro Mondello ieri su queste pagine, gli estremisti di destra tenteranno ora di cavalcare l’onda e di aizzare le folle. La conseguenza sarà quella di creare una sorta di antiterrorismo, fanatico forse quanto il terrorismo stesso. Quanta forza acquisterà il movimento tedesco anti-islamizzazione Pegida di cui già si parla tanto queste settimane? Lo scorso 5 gennaio a Berlino una sua manifestazione è stata un flop, lo sarebbe ancora oggi? Il nemico non è la religione musulmana, ma chi, in nome di una religione o di un’idea, si sente autorizzato a prendere in mano un’arma e usarla per uccidere.

«In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci», si dice. «Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?» rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione. (T. Terzani, Lettere contro la guerra)

#JeSuisCharlie

Photo ©Peter Fincher