Notte di luna di Eichendorff: la natura e l’Io romantico

L’io lirico e la notte

Pubblicata per la prima volta nel 1837, Notte di luna, del poeta Joseph von Eichendorff, apre agli occhi del lettore una veduta magica, intensa, filtrata dalla soggettività dell’Io lirico. La nota personale viene introdotta sin dall’inizio della prima strofa, la poesia diventa la rappresentazione di uno stato d’animo, non la descrizione in notturna della natura.

La notte si fa così espressione dei sentimenti dell’Io del poeta, tre strofe per tre diversi piani di percezione fino al momento in cui l’anima dispiega le sue ali e abbraccia il paesaggio. Si risolve così il dualismo cielo/terra in un’unica armonia, un tutto che lo spirito del poeta riconosce come luogo familiare.

La magia di Notte di luna venne poi musicata da Robert Schumann, che nel 1840 compose il ciclo di 12 lieder per voce e pianoforte Liederkreis Op. 39, tutti su testi di Eichendorff.

Il Lied come forma musicale ideale per esprimere la sensibilità, l’intimismo e la tragicità del Romanticismo.

Joseph von Eichendorff, Notte di luna 

Era come se il cielo avesse
baciato silenzioso la terra,
e questa in uno scintillio di fiori
dovesse ora sognarlo.

La brezza spirava sui campi,
miti ondeggiavano le spighe,
i boschi stormivano lievi,
tanto chiara di stelle era la notte.

E la mia anima distese
larghe le ali,
volando per silenti terre,
come se volasse verso casa.

(Traduzione di Anna Chiarloni, Bagliori notturni: la poesia di Eichendorff, 2010)

 

Joseph von Eichendorff, Mondnacht

Es war, als hätt der Himmel
Die Erde still geküßt,
Daß sie im Blütenschimmer
Von ihm nun träumen müßt.
Die Luft ging durch die Felder,
Die Ähren wogten sacht,
Es rauschten leis die Wälder,
So sternklar war die Nacht.
Und meine Seele spannte
Weit ihre Flügel aus,
Flog durch die stillen Lande,
Als flöge sie nach Haus.

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Immagine di copertina: Youtube