Canto Notturno del Viandante, la bellissima poesia di Goethe dedicata al viaggio e alla contemplazione della natura

Canto Notturno del Viandante, i celebri versi di Goethe scritti in un rifugio nella Turingia

Il Canto Notturno del Viandante (Wandrers Nachtlied) è tra le poesie più intense che siano mai state scritte in lingua tedesca. Secondo la leggenda, Johann Wolfgang von Goethe incise i primi versi nel settembre 1780 sulla parete di legno di un capanno montano nella Turingia. Vi tornò nel 1831, accompagnato da alcuni amici e, ritrovata l’incisione, commosso disse tra sé e sé: «Aspetta: presto anche tu avrai pace».

Il significato del viaggio per il Viandante

La breve lirica è ispirata al tema Wanderlust, uno dei temi più cari alla tradizione e alla letteratura tedesca. Wanderlust è una parola tedesca intraducibile in italiano, in quanto racchiude un concetto complesso, un approccio particolare alla vita. È composta dal sostantivo Lust, voglia, e dal verbo wandern. «In tedesco spazieren è passeggiare, laufen é camminare, ma wandern contiene un senso di libertà, di spazi aperti e di avventure, ciò che crea un profondo rapporto con la natura e che è effettivamente un elemento fondante del sentirsi tedeschi» (Piccolo viaggio nell’anima tedesca, di Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi). Il Viandante di Goethe è dunque un viaggiatore errante, un avventuriero dello spirito, colui che intraprende un viaggio volto alla scoperta di sé stesso e al raggiungimento della pace interiore fortemente desiderata. In questa poesia Goethe evoca in modo suggestivo la contemplazione di una scena notturna, in cui la natura appare silenziosa e pacifica. Emerge così il contrasto tra la quiete della natura e l’animo inquieto del Viandante. Il poeta assicura però che bisogna soltanto attendere un po’, prima di raggiungere la pace interiore (Aspetta: presto / anche tu avrai pace, vv. 7-8), in armonia con la pace del paesaggio notturno. La pace a cui il Viandante aspira ardentemente può alludere alla pace del riposo serale o a quella del riposo eterno, visto come liberazione dalle preoccupazioni della vita. Leggendo i versi di questo Canto si crea l’impressione di una ripresa dall’alto verso il basso, dalla distanza del cielo (Su ogni cima, v.1) alla vastità della vegetazione (Nel bosco, v.6) fino ad arrivare ai pensieri più intimi del poeta Viandante.

 

Caspar David Friedrich, Il Viandante sul mare di nebbia (1818). ©Wikilmages, CC0

 

Canto Notturno del Viandante

Su ogni cima
è pace;
in ogni chioma
senti appena
un alito.
Nel bosco anche gli uccelli, tutto tace.
Aspetta: presto
anche tu avrai pace.

(traduzione a cura di Letterio Cassata)

Wandrers Nachtlied

Über allen Gipfeln
Ist Ruh;
In allen Wipfeln
Spürest du
Kaum einen Hauch;
Die Vögelein schweigen im Walde.
Warte nur, balde
Ruhest du auch.

Canto Notturno del Viandante, tra poesia e musica

La poesia è stata messa in musica dai compositori Franz Schubert, nel 1823, Franz Liszt, nel 1840, e Robert Schumann, nel 1850. Il Canto Notturno del Viandante è stato anche scelto come testo del requiem moderno They’ll Remember You, composto da John Ottmann nel 2008 e contenuto nella colonna sonora del film Operazione Valchiria.

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Immagine di copertina: © stux, CC0

Immagine interna: © Wikilmages, CC0