Obama, Merkel e Putin: il nuovo murale di Berlino e la commercializzazione della street-art

Obama si copre gli occhi, Merkel si tappa la bocca e Putin si mette le mani sulle orecchie, come le tre scimmie sagge della filosofia buddista, che non vedono, non sentono e non parlano del male. Questo murale nella Ritterstraße 12 a Kreuzberg esiste già dal 2014, ma continua ad attirare turisti e berlinesi nel cortile che appartiene alla società immobiliare Ima, i cui dirigenti hanno fatto abbellire con graffiti tutti i palazzi del complesso.

Il significato del murale. Quest’opera ormai famosa rappresenta i dilemmi della politica mondiale attuale: Obama che cerca di mediare dovunque, ma in molte situazioni fa finta di non vedere, Merkel che rifiuta di dire verità scomode e Putin che è sordo quando si tratta di diritti umani. Molti artisti contattati si sono rifiutati di dipingere questo motivo, ritenuto troppo politico. Alla fine è toccato all’artista Jadore Tong alias S.Y.R.U.S, cresciuto a Berlino e figlio di una francese e di un cambogiano, già autore dell’elefante blu sulla casa di Wilhelmstraße 7. Ma il suo murale non è l’unico messaggio politico comparso di recente sui muri berlinesi. Lo scorso mese un dipinto dell’artista spagnolo Borondo su una palazzina nella Neheimerstraße a Tegel, raffigurante una ragazza insanguinata che osserva un uomo trafitto in un bosco, ha suscitato polemiche tra gli abitanti del quartiere, che lo ritengono “deprimente”. In particolare i genitori dei bambini che frequentano un asilo adiacente temono che questa immagine cupa possa spaventare i piccoli. La società immobiliare Gewobag che ha finanziato il progetto di street art, travolta dalle polemiche, ha promesso di occuparsi del problema.

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La rifugiata insanguinata  ha suscitato polemiche tra gli abitanti del quartiere di Tegel. Photo © Silvia Benetti

 

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Street Art a Berlino: un po’ di storia. Già dagli anni settanta la street art prende piede a Berlino Ovest, ispirata dal movimento punk di Londra e Amsterdam. Anche a Berlino Est alcuni artisti del Nicaragua dipingono negli anni Ottanta sui palazzi di cemento nel nuovo quartiere di Marzahn, ma la libertà di espressione è limitata dal regime socialista. Nella primavera del 1990, poco dopo l’apertura all’ovest, 118 artisti da tutto il mondo dipingono graffiti sui resti del muro di Berlino, tra cui il famoso dipinto dell’altrettanto celebre bacio tra Honecker e Brèžnev, avvenuto nel 1979 durante i festeggiamenti per il trentesimo anniversario della DDR. I murales originali vengono per lo più rovinati dalle intemperie o rimossi per fare posto a progetti immobiliari, ma dal 2008 alcuni sono stati ridipinti dagli stessi artisti, tornati dopo 18 anni a Berlino. È la East Side Gallery, sulla parte di muro lungo la Mühlenstraße, da Ostbahnhof al ponte Oberbaumbrücke.

Murales e politica: Il soldato che fugge da Berlino Est e il bacio tra Honecker e Brèžnev nella East Side Gallery © Silvia Benetti

Da protesta a fenomeno mainstream. Da allora la East Side Gallery è un magnete per i turisti, ma le polemiche non mancano. Già durante la ristrutturazione delle opere originali, molti artisti accusano le autorità di averli messi a tacere con pochi soldi, nonostante i loro dipinti siano stati stampati e fotografati milioni di volte. Jim Avignon, che aveva partecipato all’iniziativa nel 1990, dipinge sul suo murale originale un altro motivo, che intitola “Money machine“, per protestare contro la commercializzazione di quello che era nato come un progetto spontaneo di artisti indipendenti. Nel frattempo, l’intera Berlino è diventata un paradiso per gli street artist. Molte agenzie turistiche offrono veri e propri tour di street art, e sono usciti numerose guide e libri su questo tema. Molti proprietari di immobili pagano gli artisti per abbellire quartieri e facciate di palazzi. Ma alcuni writer si ribellano contro la commercializzazione della street art, come ad esempio Blu, famoso street artist italiano che nel 2014 lasciò oscurare i suoi murales nella Cuvrybrache a Kreuzberg, per protestare contro lo sfratto degli abitanti, per lo più artisti di strada, dopo l’acquisto dell’area da parte di un investitore che vuole costruire appartamenti di lusso e un centro commerciale.

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Foto di copertina © Silvia Benetti