Come non riempire di italiani un evento organizzato da italiani a Berlino

di Giorgio Moratti*

Questo non è un articolo che parla dei soliti cliché degli italiani all’estero. Forse un po’ sì, però pasta, pizza e mandolino hanno già troppe volte riempito i genitalici.

Un italiano che va ad una serata di musica elettronica a Berlino rimane sicuramente scombussolato per via della tipologia di pubblico. Il disorientamento iniziale nel non vedere l’intera varietà di camicie (trovate finora soltanto nel negozio dove ha fatto spesa per il matrimonio della cugina) abbinate ad almeno un centinaio di scarpe uguali (variabili soltanto in base alla stagione e alle riviste di moda quadrimestrali), si trasforma rapidamente in sollievo e felicità paragonabili a quando in fase preadolescenziale si supera l’altezza necessaria per salire sulle montagne russe a Gardaland senza la mamma.

Come spesso accade quando si parla di italiani, la felicità si trasforma in passione e le strade si dividono fra chi diventa un frequentatore assiduo della Berlino by night e chi decide che gli eventi di musica elettronica li deve organizzare. Ci soffermiamo su quest’ultimo ramo e riprendiamo un cliché tipicamente e universalmente riconosciuto come italiano, la cucina, per scrivere la ricetta di “Come non riempire di italiani un evento organizzato da italiani a Berlino”.

DON’T SPEAK ITALIANO

Scontato ma fondamentale. Il primo ingrediente per un piatto internazionale è parlare inglese. È la base, come la farina per una torta, ma trovandoci a Berlino è consigliabile addolcire il tutto con un pizzico di zucchero, che nella fattispecie si presenta sotto forma di qualche parolina in tedesco. Parliamo di promozione online, di comunicazione via flyer (anch’essi in fondo molto italiani) e di public relations in loco. Le parole in italiano sono cool se usate dagli stranieri. Se sono gli italiani stessi ad usarle, il tutto valica la sottile linea della decenza.

VERBOTEN FARE PIERRAGGIO ESTREMO
Italia, terra di mete turistiche. Come la riviera adriatica, a sua volta terra di simpaticissimi P.R., decisamente più frequenti degli stessi locali, ognuno dei quali è assolutamente il migliore rispetto agli altri. Abbiamo vissuto tutti l’illusione di essere stati adocchiati da una persona molto carina che sembra sorriderci e ammiccarci. Mentre tiriamo su le spalle e ci sistemiamo il colletto, il suo “Ciao, cosa fai stasera?” ci appare come una madonna per un fedele. Ecco poi invece che sfodera blocchi di centinaia di flyer e la magia finisce. Lei se ne accorge e allora sorride ancora di più. Noi ci ricaschiamo e a volte compriamo pure la prevendita. Ecco, a Berlino non funziona così. Un tedesco fondamentalmente fa quel cazzo che vuole e accetta consigli vocali solo dagli amici. Meglio puntare sul passaparola.

FOTOGRAFARE CON CAUTELA

L’italiano che va a ballare non vede l’ora di essere taggato nelle foto della serata. Quindi per non diventare una calamita per italiani (quelli brutti) è consigliabile porsi un limite nel fotografare gente in preda al divertimento e soprattutto gente in posa che chiede una foto. La diffusione sui social di immagini del genere potrebbe comportare un effetto domino di italiani brutti e nostalgici della madre patria, vogliosi di una foto che attesti pubblicamente il loro divertimento.

BUONA MUSICA BATTE GNOCCA

Ebbene si, avete letto bene. La gente del mondo va a ballare per il gusto di sentire buona musica e non solo per cuccare. Si può anche ballare per il semplice piacere di ballare. Si può ballare anche da soli: verità scottanti per chi legge dall’Italia, chiediamo scusa ai deboli di cuore. Ovviamente questa filosofia sarebbe bello comunicarla, o meglio non comunicarla tramite immagini soft porn che invitano a sentire il tal dj nella tal serata alla tal ora.

SHOT ALL’INGRESSO KILLS THE POESIA

Triste destino, come per la gnocca, anche per l’alcol. Promuovere una serata con le formule shot all’ingresso, 3×2 sulle tequila o open bar (comunque sempre gradito come componente aggiuntiva) può avere il solo effetto di declassare qualitativamente l’evento. Quello che conta a Berlino è la musica, i dj che suonano e l’atmosfera, ovviamente senza tralasciare l’importanza di avere prezzi contenuti. In linea di massima meglio un grande dj stasera che un grande hangover domani.

DJ ANTONINO PIACE SOLO A TE E AI TUOI AMICI

Senza nulla togliere alle abilità in consolle del tuo coinquilino di Ascoli Piceno che nelle Marche suonava nelle migliori feste all’aperto d’estate. Però tu che organizzi o cerchi di organizzare eventi (e tra l’altro anche tu sei di Ascoli, ma Satriano in provincia di Foggia) dovresti mettere da parte la simpatia innata che hai per Antonino ed essere un filino più internazionale. Dj Antonino non deve tornarsene alle sagre del centro Italia per esibirsi, ma magari a Berlino sarebbe il caso di accostarlo a qualche altro dj tedesco, inglese, spagnolo o eschimese (quanto spaccherebbe?).

*Giorgio Moratti si occupa di Ufficio Stampa e Comunicazione per Select Elect, etichetta discografica e società di organizzazione eventi che ha sede a Berlino. Ad oggi Select Elect comprende un nutrito gruppo di dj e produttori, dai nomi già affermati agli emergenti. Dallo scorso dicembre Select Elect è partita con il nuovo progetto di Inground Booking, che si occupa di immagine per gli artisti a stretto contatto con club, festival e promoter.
Per dare un’occhiata alle serate di Select Elect a Berlino ed al lavoro di Inground Booking:

www.selectelect.net
www.ingroundbookings.com

Foto di copertina: DJ © Catrin Austin CC BY 2.0

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