Quanto era provocante il cinema erotico della Germania dell’Est

Nella DDR la pornografia era perseguita penalmente. Tuttavia anche in un contesto repressivo come quello della Germania Est non mancavano riviste e film erotici per gli amanti del genere

Nella Repubblica Democratica Tedesca la pornografia era vietata in maniera categorica: chiunque osasse diffondere o riprodurre immagini, video o scritti a sfondo sessuale rischiava la libertà vigilata o fino a due anni di reclusione, a seconda della gravità dell’infrazione. Tuttavia, anche in un regime totalitario come quello della DDR circolava un discreto numero di riviste e film erotici. Anzi, non sarebbe sbagliato affermare che proprio l’eccesso di repressione nell’ex blocco sovietico dava adito alle fantasie più smodate. Nel 1983 la STASI (Ministerium für Staatssicherheit), la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est, schedò circa 2000 cittadini dell’ex Karl-Marx-Stadt (attuale Chemnitz, a pochi chilometri da Dresda) colpevoli di aver fatto uso di materiale pornografico. La cosa sorprendente è che nessuno venne incarcerato o costretto agli arresti domiciliari dato che molti degli indagati erano compagni di partito.

 

Das Magazin

Nella DDR gli amanti di immagini erotiche potevano consolarsi con Das Magazin, una rivista nata nel 1954 che pubblicava pezzi letterari, reportage fotografici e scritti satirici. Una volta al mese gli amanti dell’erotico potevano ammirare nudi femminili e leggere storie a sfondo sessuale. Das Magazin cominciò inoltre a ricevere delle sovvenzioni statali e ad accogliere foto e articoli di Paesi non socialisti, riuscendo ad alleviare il malcontento generale nei confronti del sistema di controllo del regime.

I film pornografici della DDR

Tuttavia le immagini di nudo della rivista Das Magazin non erano sufficienti a placare gli animi più accesi. Per sopperire alla mancanza di video erotici, molti registi cominciarono a produrre film pornografici amatoriali. Naturalmente la creazione e la diffusione di tali filmati non potevano avvenire alla luce del sole, pertanto vennero fondati sul territorio della Germania Est dei veri e propri circoli privati. Molti dei materiali venivano importanti dall’Ovest (non a caso tante riviste vennero rinvenute nei pressi delle stazioni o addirittura su treni), ma non è da escludere che anche l’Est avesse una produzione autonoma da esportare. Il romanzo Die Entgleisung (1980) di Inge von Wangenheim parla proprio di questo: alla fine degli anni Settanta, nei pressi di una cittadina della Turingia, un treno merci deraglia. All’interno dei vagoni viene rinvenuto qualcosa di sorprendente, ovvero una quantità sterminata di riviste erotiche per l’Ovest, ritrovamento che mette a dura prova il ferreo sistema di controllo del regime. Altra fonte di informazioni interessanti relative alla cultura porno nella DDR è senza dubbio il film documentario di Lutz Rentner e Frank Otto Sperlich Pornographie made in GDR (2006) dove viene sottolineato il fatto che molta della produzione erotica della Germania orientale veniva esportata in Paesi di stampo capitalista. Degno di nota è anche il video amatoriale di Micha S., famoso cameraman della televisione della Repubblica Democratica Tedesca. Il simpatico filmato è stato girato all’interno di uno scantinato e mostra delle scene di sesso tra due figure animate; anche in questo caso la diffusione è avvenuta di nascosto, nelle cerchie ristrette dei frequentatori abituali dei circoli privati.

Immagine di copertina: Ausstellung “Farbe für die Republik”, DEUTSCHE HISTORISCHES MUSEUM

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