I 5 incontri da evitare sulla metro di Berlino all’alba nei weekend

Il weekend offre strani incontro sui mezzi di Berlino

Chi come me lavora nel mondo del turismo sa benissimo che sabato e domenica non sono quasi mai sinonimo di giorno libero. Dopo tanti anni di lavoro nel settore, dovrei ormai essere abituata a dover lavorare nel weekend quando, al contrario, il resto del mondo si abbandona completamente al relax. Ammetto invece che provo ancora una punta d’irritazione quando, nei giorni festivi, devo rinunciare a uscite o gite particolari con amici perché “lo sapete che io lavoro questa domenica!”.
La cosa però più fastidiosa avviene quando, in quei giorni, mi capita di avere il turno di mattina e di conseguenza dovermi svegliare alle cinque. Oltre il danno la beffa. Ma ciò che in questo caso provoca in me un vorticoso e notevole giramento di zebedei, non è tanto la sveglia che interrompe la fase di sonno rem in cui ero appena felicemente approdata, ma ciò che avverrà poco dopo: prendere la S-Bahn.

Credo che rarissime siano le persone che, da sobrie, abbiano fatto l’esperienza di prendere un mezzo pubblico a Berlino all’alba di un fine settimana. Se durante i giorni feriali in quell’orario i vagoni della S-Bahn pullulano di persone che ancora in dormiveglia si appropinquano ad andare al lavoro e sovrano regna un silenzio a volte quasi inquietante, durante quelli festivi la situazione è ben diversa: ovunque solo soggetti in preda all’alcool, che cercano di tornare a casa dopo ore ed ore di baldoria o che semplicemente stanno cambiando la location di un party che per loro deve ancora terminare (tenete conto che il mio tragitto prevede anche Warschauer Strasse come stazione di transito). E ovviamente tutto regna tranne che il silenzio. Questi personaggi possono essere classificati in almeno 5 diverse categorie che ora elencherò, seguendo l’ordine crescente di voglia di prenderli a legnate che riescono a suscitare in me:

1) Quelli che dormono

Costoro più che alimentare in me istinti bellicosi, suscitano solamente una grandissima invidia. Si sono infatti appena buttati senza alcun ritegno tra le accoglienti braccia di Morfeo, braccia da cui io invece sono stata brutalmente e violentemente strappata via. Dormono tranquilli e beati come neonati, non curanti di tutto il baccano che li circonda, dello “zurück bleiben, bitte” che si ripete ogni due minuti, ma soprattutto non curanti del fatto che sarebbero già dovuti essere scesi da minimo quattro stazioni.

2) Quelli che mangiano

Questa tipologia non mi darebbe alcun fastidio se il cibo in questione fosse costituito dalle classiche brioches o cornetti ripieni che in Italia siamo abituati a mangiare al ritorno da una nottata di divertimenti. Purtroppo però il cibo prediletto dai berlinesi in tale frangente, come in tanti altri è, sorpresa delle sorprese, il kebab. E io che mi sono appena bevuta cinque litri di caffè e che sono riuscita a malapena a buttare nello stomaco un paio di fette biscottate, ovvero il minimo indispensabile per riuscire ad arrivare ancora lucida a destinazione, devo fare uno sforzo di concentrazione immane per non riversare il tutto alla vista e all’odore di quel concentrato di grassi turco.

3) I gruppi di turisti dispersi

Già normalmente hanno un senso dell’orientamento pari a quello di un criceto in preda a una crisi di labirintite ed ora, in una città loro sconosciuta e con litri birra che scorrono nel sangue, tentano di tornare all’hotel in cui soggiornano. Un paio di loro, con mappa della metro alla mano, cercano di capire dove si trovano e in che direzione stanno viaggiando, come se su quella S-Bahn ce li avesse spinti una forza divina superiore senza che loro se ne rendessero conto. Dall’espressione contorta con cui la fissano capisco che stanno facendo uno sforzo disumano per cercare di decifrarla. Cercano addirittura di pronunciare i nomi delle varie stazioni, ma questo probabilmente anche se fossero sobri non riuscirebbero mai a farlo. E mentre loro due disquisiscono sulla corretta pronuncia di “Schönleinstrasse”, il resto della combriccola canta, ride e farnetica frasi senza senso.

4) Quelli che vogliono attaccare bottone

Mai e poi mai uno sconosciuto tedesco si degnerebbe di rivolgermi la parola sulla metro in un qualsiasi altro momento e orario della settimana. Ma l’alcool fa anche di questi miracoli. Il problema è che se io invece in una qualsiasi altra occasione fossi accondiscendente nell’iniziare un dialogo, proprio in quell’istante potrebbe anche abbordarmi Ryan Gosling a torso nudo in persona che io manco mi degnerei di rispondergli a monosillabi. Ok…questa è una cazzata: a Ryan risponderei “eccome” ma al resto del mondo proprio no! Sono infatti una di quei tipi di persone che dopo essersi svegliate hanno bisogno minimo di un paio d’ore prima di sentire la voglia di comunicare con un altro essere umano. Già trovo di una crudeltà atroce il fatto che io, appena arrivata al lavoro, debba relazionarmi immediatamente con colleghi e clienti in lingua tedesca…se posso quindi evitare di iniziare una conversazione con chi in quell’istante nemmeno ricorda il suo nome, lo faccio volentieri. E in genere un bel “I don’t speak german” porta sempre all’effetto desiderato.

5) I romantici

Romantici per modo di dire. In questa categoria racchiudo tutti coloro che si lasciano andare a effusioni amorose varie. Personalmente li trovo insopportabili in qualsiasi istante e non solo il weekend mattina. Ma in quel determinato frangente questi romanticoni raggiungono un livello di disinibizione ancora più alto del solito, dimenticandosi completamente di un qualcosa che viene definito con la parola di pudore. Si comportano come se fossero già tra le mura di casa loro, non curanti del fatto che di fronte a loro ci sia una receptionist decisamente infastidita, con l’occhio sinistro che trema dal nervosismo e che mentalmente li sta maledicendo in tutte le lingue che conosce.

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Foto copertina:  © Metro Centric / CC BY – SA 2.0