“Salvini come Mussolini”. Ecco come la TV tedesca descrive il Ministro dell’Interno italiano

Salvini è stato paragonato a Mussolini in un telegiornale tedesco, in riferimento alla recente proposta di censire la popolazione rom in Italia.

Il Ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini non è poi così lontano dalla figura di Benito Mussolini. Questo è quanto affermato durante la puntata del 19 giugno di Heute Journal, programma di informazione di ZDF, rete televisiva tedesca con sede a Magonza. Il paragone, discutibile e sicuramente poco lusinghiero, è legato a doppio filo con quanto sta accadendo in Italia negli ultimi giorni. Il maggior esponente di Lega Nord – il partito che “vuole salvare l’Italia dagli stranieri”, stando alle affermazioni del giornalista tedesco – ha infatti deciso di avviare un piano di schedatura della popolazione rom presente sulla penisola. Proprio questa “novità” del panorama politico del Belpaese avrebbe valso a Salvini l’appellativo di “Mussolini”. Interessante che al ministro leghista sia stato dedicato più di un quarto del programma televisivo, a dimostrazione di quanto le sorti della nostra penisola pesino sull’equilibrio di tutta Europa.

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A rischio i principi fondamentali della Costituzione italiana

Ad avvalorare la tesi di un possibile paragone tra Matteo Salvini e Benito Mussolini sono state le dichiarazioni del ministro durante Orario Continuato, trasmissione della rete locale Telelombardia. Salvini dichiara di voler censire la popolazione rom in modo preciso e dettagliato (“Chi, come, e quanti”). Il telegiornale tedesco ha riportato alcuni stralci del programma, sottolineando l’incostituzionalità della proposta. Quello che sconvolge, infatti, non è il censimento in sé, ma l’idea di una schedatura per etnia e religione. La proposta insomma, stando a quanto emerso dalla trasmissione, andrebbe contro l’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Sconcertante sarebbe inoltre il tweet del ministro leghista a proposito della condizione dei bambini delle comunità rom. “Eine neue Provokation“, secondo Heute Journal.

Foto: Screenshot

I rom in Italia

In Italia ci sono tra le 110mila e le 180mila persone che si identificano come rom, sinti o caminanti, circa lo 0,3% della popolazione della penisola. Quasi la metà, più precisamente il 43%, è di nazionalità italiana, mentre il restante 57% è costituito da stranieri. Di questi ultimi, il 60% proviene da Paesi comunitari (Romania, Bulgaria), a fronte del restante 40% extracomunitario. La proposta di Matteo Salvini, considerata inopportuna da molti esponenti della politica italiana, dal premier Conte al neo-ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, Luigi di Maio, ha avuto una forte risonanza mediatica. Numerosi sono stati i giudizi negativi provenienti da Oltralpe. Il portavoce della Commissione europea, Alexander Winterstein, si è espresso in toni molto accesi: “Non è possibile. Non si può espellere un cittadino comunitario in base alla sua etnia.” Da Parigi ha fatto sentire la sua voce il commissario Pierre Moscovici: “La Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le leggi di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto: sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti.” Subito dopo aver lanciato la bomba, il Ministro dell’Interno ha aggiustato il tiro dichiarando che quello del censimento dei campi rom non è una priorità. Tuttavia, si dice disposto a collaborare con i sindaci delle città per garantire maggiore sicurezza. “La razza non m’interessa. Nei campi possono vivere anche esquimesi, finlandesi, controllerei lo stesso che siano in regola, che portino i figli a scuola” ha aggiunto in seguito.

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Immagine di copertina: Screenshot 

Sottotitoli a cura di Noemi Zurli e Marco Mei