Berlino vuole aprire un coffeeshop a Kreuzberg. Ecco dove. Ce la farà?

La battaglia per ottenere i permessi per aprire un coffeeshop nel cuore di Kreuzberg è in una fase di stallo. Complice anche la pausa estiva, il lungo processo burocratico è fermo e l’istituto federale di medicina non si è ancora espresso circa l’apertura di un centro dove il consumo di marijuana e hashish sia permesso.

“Dopo la pausa torneremo con nuove forze e più motivazione”, ha dichiarato Horst-Dietrich Elvers, coordinatore del progetto e responsabile delle politiche sociali del quartiere Friedrichshain-Kreuzberg. Secondo la tabella di marcia che lo stesso Elvers aveva dettato, i moduli per la richiesta della concessione avrebbero dovuto essere consegnati entro la fine dell’anno, ma al momento la procedura è bloccata. Il responsabile del progetto coffeeshop ha inoltre specificato che la compilazione dei moduli deve essere impeccabile, in modo da non cadere nelle reti del complicato sistema burocratico tedesco e quindi far bloccare la mozione.

Nonostante il consumo di hashish e marijuana sia considerato illegale in Germania, le autorità chiudono molto spesso un occhio circa quello che viene chiamato “uso personale”. Il quantitativo tollerato cambia, e di molto, nelle diverse zone della Germania, mentre Berlino rimane in testa nelle rilevazioni in merito al consumo nazionale di cannabis: secondo delle statistiche pubblicate dal TAZ, nell’ultimo anno il 22% dei berlinesi tra i 15 e i 39 anni ha fatto uso di hashish o marijuana.

Il progetto dell’apertura di un coffeeshop rientra nella nuova politica dell’amministrazione del quartiere Friedrichshain-Kreuzberg contro gli effetti del consumo e dello spaccio di “droghe leggere” in zone critiche di Kreuzberg come Görlitzerpark e i suoi dintorni. Che la zona del parco sia un luogo di smercio è un fatto risaputo, la differenza è che ora i residenti dell’area fanno sentire sempre di più la propria voce per trovare una soluzione al problema.

Uno dei punti su cui il progetto si basa è anche quello di avviare un processo verso la legalizzazione della cannabis in Germania. Non a caso Horst Elvers, oltre che delle macchinose procedure burocratiche, si sta occupando di iniziative collaterali indirizzate alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso questa tematica. Gli eventi sono nello specifico tre: una discussione pubblica con giuristi e avvocati, un workshop durante il quale si raccolgano idee e opinioni circa il progetto del coffeeshop e una conferenza di esperti indirizzata ai giovani in modo da presentare i rischi a cui sarebbero esposti.

Nel mese di maggio si è inoltre svolta una conferenza dal titolo: “Può aiutare l’apertura di un coffeeshop nella soluzione del problema di Görlitzerpark?”. Anche se non sono emerse conclusioni rilevanti, due esperti provenienti da Olanda e USA, hanno esposto quelli che sono i pro e contro di un’iniziativa simile. “L’apertura di un coffeshop a Berlino attirerà di certo altri turisti e questo sarebbe un altro problema da gestire”, ha dichiarato Dirk Korf, professore di economia all’Università di Amsterdam. Un commento a margine della conferenza era stato dato anche da Monika Herrmann, sindaco di Friedrichshain-Kreuzberg dei Verdi, “la proposta del coffeeshop verrà probabilmente rifiutata”, ha commentato in maniera pessimistica il sindaco che ha poi aggiunto: “Il Land di Schleswig-Holstein ha tentato per anni di ottenere una concessione dall’istituto federale di medicina senza però arrivare a nessun risultato. La proposta di Friedrichshain-Kreuzberg non troverà spazio e verrà rifiutata anch’essa”.

Anche il cooridinatore di tutto il progetto, Horst Elvers, termina il suo intervento con parole che lasciano trasparire un certo pessimismo: “Comunque vada a finire sarebbe un errore limitare il dibattito al solo consumo di cannabis; bisognerebbe riflettere anche su un consumo controllato di alcol e tabacco che fanno molti più danni e possono essere fatali”.

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