Linda Nocera Lina Pellica

Liberate Lina Pellica, estratto del romanzo dell’italiana (ma berlinese d’adozione) Linda Nocera

Vi offriamo il primo capitolo del libro “Liberate Lina Pellica” della giornalista e scrittrice italo-britannica (ma berlinese d’adozione) Linda Nocera

“Liberate Lina Pellica” racconta la storia di una misteriosa scrittrice imprigionata in un carcere del Saarland e di una giornalista in cerca di verità e giustizia. Ne abbiamo parlato più a fondo in questo articolo.  Il libro non ancora pubblicato è attualmente in pre-ordine sul sito della casa editrice Bookabook, potrà essere pubblicato solo se abbastanza persone ne ordineranno in anticipo una copia. Vi proponiamo un estratto qui di seguito per dimostrarvi quanto ne valga la pena.

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Liberate Lina Pellica di Linda Nocera – Estratto

Mi trovo nella ridente città di Saarleben, nel sud ovest della Germania, a qualche migliaio di metri dal confine con la Francia. È una giornata soleggiata, anche se la temperatura è notevolmente bassa per il mese di ottobre. Il motivo della mia visita – vi chiederete.

La bellezza del paesaggio naturale? La ricchezza artistica della città? L’inaugurazione di una mostra? Un nuovo trend? Se sono queste le domande che vi vengono in mente, si vede che non siete mai stati a Saarleben. In realtà Saarleben è una cittadina poco conosciuta, sia all’estero che in patria. È come uno di quei segreti custoditi talmente bene che prima o poi ce se ne dimentica. In effetti ho potuto constatare con i miei stessi occhi come il treno, inizialmente stracolmo a Francoforte, si sia svuotato lentamente lungo il cammino per rimanere quasi deserto alle ultime fermate. Ammetto che avevo cominciato a pensare di avere sbagliato treno o di aver perso la fermata, fino a quando non è passato il controllore a confermare che la destinazione del treno era proprio la mia meta. Secondo la guida che ho acquistato in aeroporto prima di partire, la regione in cui si trova Saarleben vanta poche attrazioni turistiche. Sarà per questo che sono scesi tutti prima. Ma allora perché mi trovo qui – vi domanderete.

Ebbene sono venuta ad intervistare una reclusa eccezionale e per questo mi sono addentrata nei meandri del Monbijou Viertel (il quartiere Monbijou; nome dalle chiare origini francesi. Dovete sapere che questa regione è stata a lungo contesa tra la Francia e la Germania). Tra una casa d’appuntamenti che non sfigurerebbe nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, un negozio di dischi, un fioraio, vari bar per studenti (che a mesi alterni impongono il divieto di fumo) e un ristorante italiano gestito da un tipo che più che un ristoratore sembra uno scaricatore di porto, si trova il carcere Monbijou 32. La maggior parte dei detenuti di questa prigione è gente del posto accusata di aver compiuto piccoli crimini come disturbo della quiete pubblica, attraversamento pedonale della strada col rosso o eccesso di velocità in bicicletta. Ma al quarto piano di questo edificio è rinchiusa una detenuta di nazionalità italiana, da un anno in cella di isolamento con l’accusa di reati di spionaggio internazionale.

In realtà non so molto di lei: pare che il suo arresto sia avvenuto in circostanze alquanto sospette. Addirittura, sembra che per evitare che vi fosse troppo clamore, le istituzioni abbiano fatto in modo che la stampa internazionale e locale non venisse a conoscenza di questo caso (e io che pensavo che certe cose potessero accadere solo nei film). È stato assolutamente per caso che qualche mese fa, facendo una ricerca sul social network Pagechat, mi sono imbattuta in alcuni scritti firmati Lina Pellica (con l’accento sulla prima sillaba s’intende). I suoi articoli, ma soprattutto il mistero della sua incarcerazione, hanno destato la mia curiosità di giornalista. Così sono riuscita a convincere il mio direttore (sempre alla ricerca di scoop e notizie sensazionalistiche per aumentare il numero dei lettori e delle visualizzazioni; ok, forse quest’ultimo punto farei meglio a lasciarlo fuori dall’articolo), ebbene l’ho convinto a mandarmi a Saarleben ad intervistare questo personaggio misterioso.

La prima impressione ahimè è un po’ deludente: a prima vista non si direbbe una criminale di stampo internazionale, anzi. Ha un aspetto ordinario: è bassina e un po’ rotondetta, ha i capelli castani che le arrivano alle spalle e una frangia squadrata che termina poco sopra la montatura degli occhiali neri. Indossa la divisa da carcerata: pantaloni e camicia blu. Si mostra cordiale, ma al tempo stesso percepisco una certa diffidenza nei miei confronti. Dopo qualche domanda iniziale per rompere il ghiaccio (parliamo di Saarleben e dei vantaggi di abitare al confine con la Francia), entriamo nel vivo della conversazione. Dal tono concitato con cui risponde alle mie domande e da un luccichio particolare degli occhi di colore verde-giallo, sento che ho fatto bene a seguire il mio istinto. Ma chi lo dice che i sospetti criminali non possano avere un aspetto ordinario?

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Per continuare la lettura, vi invitiamo a pre-ordinare il libro sul sito di Bookabook. Il libro è disponibile in formato eBook (€5,99) o cartaceo (€13; in Italia la spedizione è gratuita).

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