Muro di Berlino

5 date fondamentali della storia del Muro di Berlino

Il Muro di Berlino raccontato attraverso cinque momenti fondamentali

Il Muro di Berlino, simbolo della capitale tedesca, è stato oggetto di molti scritti. Se ne descrive la fondazione, i tentativi di fuga, la caduta. Noi ne abbiamo ripercorso la storia attraverso cinque tappe fondamentali.

12 agosto 1961: l’inizio della costruzione del Muro di Berlino

La sera del 12 agosto 1961 il leader del partito di unità socialista di Germania (SED) Walter Ulbrich, con l’appoggio di Heinrich Honecker e Nikita Kruscev, ordinò di iniziare con l’operazione chiamata in codice “muraglia cinese”. In sole ventiquattro ore vennero eretti otto chilometri di filo spinato che attraversavano il confine tra l’Est e l’Ovest all’interno della città. L’Ovest era diviso in tre settori, definiti dopo la seconda guerra mondiale inglese, francese e americano. Vennero recintati e resi un’isola a sé stante. La mattina del 13 agosto la popolazione dell’Est rimase attonita ad osservare le truppe armate (più di 10.000 uomini tra polizia, guardie di confine e soldati arruolati nella Germania Est e più di 25.000 riservisti svegliati nel cuore della notte) mentre bloccavano ogni possibile strada o ferrovia che attraversasse entrambe le metà cittadine. Solo ad Ovest qualcuno protestò, ma nulla di intenso o significativo. Kennedy, all’epoca a capo degli Stati Uniti, decise di non agire perentoriamente per evitare lo scatenarsi di una guerra.

16 agosto 1961: il Muro

Nei giorni seguenti centinaia di manovali e soldati trasformarono quel filo spinato in un Muro riutilizzando vecchie macerie e scarti di cantieri. La costruzione era rozza ma solida; si sviluppava per 40 chilometri all’interno della città e per oltre 110 nei suoi confini. Il 16 agosto quello che venne poi definito Muro di prima generazione era terminato. Formalmente venne chiamato barriera di protezione antifascista, ma era chiaro che il suo vero scopo era tenere segregati più di un milione e centomila persone all’interno di Berlino Est. Arginare le fughe, soprattutto nel primo periodo, si rivelò un’operazione difficile e sanguinosa. Il Muro aveva “punti deboli”. Il più celebre si rivelò quello di Bernauer Straße. Il Muro passava esattamente sulla linea di costruzione di numerosi appartamenti. Gli abitanti di quelle case affacciandosi alle finestre avevano i piedi nella parte Est e la testa ad Ovest. Si decise così di murare le finestre, ma non bastò. Le fughe continuarono ad andare in atto finché le autorità dell’Est decisero di far evacuare le 20.000 persone negli appartamenti. Nel 1962 proprio in questa zona tra Mitte e Prenzlauer Berg, venne abbattuta una parte di barriera da un carro armato fatto in casa. Tra i primi a fuggire ci fu anche una guardia di frontiera. Il caso più famoso venne ripreso in diretta tv, Rudi Thurow riuscì a fuggire assieme a tre civili nel febbraio 1962. Nel 1963, dopo svariati episodi di tensione tra il governo sovietico e quello americano, la DDR diede avvio alla fortificazione cominciando la costruzione del Muro definito di seconda generazione. Vennero resi più sicuri i punti deboli con pannelli di cemento, esaminate le condotte fognarie, sbarrato qualunque punto di accesso possibile. Per impedire la fuga attraverso lo scavo di tunnel sotterranei vennero elaborati sistemi di rilevazione del sottosuolo.

26 giugno 1963: il discorso di Kennedy

Fu così che nel giugno del 1963 vennero aggiunti 91 chilometri di Muro attorno ai confini berlinesi. 7500 metri cubi di cemento armato con 113 torri di guardia tagliavano in due il territorio. È proprio questo l’anno in cui Kennedy si reca a Berlino e recita il suo celebre discorso al Rathaus Schöneberg di cui tutti ricordano la frase: “Ich bin ein Berliner” . Io sono un berlinese.

Nel 1965 il Muro diventò doppio: misurava in altezza dai 3 ai 5 metri e nel suo mezzo correva un’area larga dai 20 ai 90 metri chiamata “la striscia della morte”. Riuscire ad attraversarla era quasi impossibile: era dotata di sensori di rivelazione che azionavano un’allarme ogni qualvolta venissero toccati filo spinato e mine antiuomo. Al suo interno erano posizionate barriere anti sfondamento, bunker di cemento ed era costantemente illuminata da forti riflettori. Trattata regolarmente con diserbanti affinché nulla crescesse sulla sua superficie, le orme di chiunque avesse provato ad attraversarla sarebbero in questo modo rimaste sul suolo. Anche il Muro stesso venne dipinto di bianco per essere maggiormente visibile e controllabile. Vennero utilizzati come deterrente cani addestrati nel riconoscimento dell’odore, legati a catene all’interno della striscia.

26 agosto 1966: la fuga di Hartmut Richter

Le misure di sicurezza non scoraggiarono i berlinesi. Uno su tutti, il diciottenne Hartmut Richter nuotò per ore nel canale di Teltow, eludendo i controlli delle guardie e raggiungendo Berlino Ovest. Partito da Postdam arrivò a destinazione esausto e in ipotermia, ma riuscì nella sua impresa. Questo ed altri tentativi di fuga spinsero alla costruzione del Muro di terza generazione nel 1968. Vennero rimossi i vecchi sbarramenti obsoleti sostituendoli con blocchi di cemento prefabbricato rinforzato da acciaio. Venne rinforzato ma soprattutto reso più efficiente il corpo di guardia addetto al controllo del confine: vennero introdotti 8.000 nuovi uomini ed esclusi i berlinesi perché si aveva sentore potessero avere parenti nella parte Est o essere troppo accondiscendenti. Le guardie erano sempre in coppia affinché l’una potesse controllare l’altra. L´ordine era di sparare in modo mortale contro ogni evasore. Nel 1975 i tentativi di fuga non erano cessati, ma non si sviluppavano più in tentativi fisici vista la difficoltà di attraversare la barriera, ma in attraversamenti ai checkpoint tramite documenti falsi. Il Muro continuava ad essere rinforzato: vennero installati dei segmenti orizzontali ad L per impedire il passaggio di camion e macchine; venne montato sulla sua sommità un sistema anti scavalcamento costituito da tubi per condutture fognarie che attraverso la loro ampiezza erano impossibili da afferrare da mano umana.

La nuova versione del Muro scoraggiò i cittadini dell’Est alla fuga ma divenne la nuova “lavagna” per i cittadini dell’Ovest grazie al suo colore bianco immacolato. Cominciarono a comparire numerosissimi murales e ben presto il Muro si trasformò in una gigantesca galleria d´arte pop a cielo aperto. Gli elementi più disturbanti vennero rimossi vista la crescente consapevolezza intellettuale che si stava sviluppando in Germania Est (dovuta anche alla frenata fuga di cervelli ad Ovest) ma non c´era nessuna intenzione di sbarazzarsene, anzi nel 1986 vennero festeggiati i 25 anni dalla sua costruzione. Venne progettata un’idea avveniristica per la realizzazione di un muro del 2000, dotato di sensori termici che servissero ad individuare gli eventuali estranei. Fortunatamente gli eventi storico-politici di cambiamento dettati dalla perestrojka di Gorbaciov in Unione Sovietica stavano già ponendo le basi per la sua caduta. Cominciarono numerose manifestazioni da parte dei cittadini di Berlino Est che chiedevano il ripristino della libertà di transito tra Est e Ovest. L´8 novembre 1989 Günter Schaboski annunciò che tutte le norme di restrizione nella possibilità di spostamento erano cancellate e le nuove norme sarebbero state in vigore da subito.

9 novembre 1989: la caduta del Muro

Il 9 novembre 1989 il muro fù smantellato da milioni di berlinesi entusiasti e finalmente numerose famiglie poterono riunirsi. Questo mise la parola fine alla divisione della Germania e aprì la strada alla sua successiva unificazione.

 

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Immagine di copertina: © The Fall of the Berlin Wall – Unknown author – CC3.0